Intervista esclusiva a Ivano Dell'Armi

Autore de "L'Antro Dei Perduti" e "Il Fiore Delle Tenebre".

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  1. MournfulCreatureOfTheDark
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    Abbiamo oggi l'onore di intervistare Ivano Dell'Armi, autore de "Il Fiore delle Tenebre" e "L'Antro dei Perduti"; ti andrebbe di presentarti ai nostri utenti per rompere il ghiaccio?
    Intanto ringrazio il “Damned Soul” per l’opportunità che mi sta dando di parlare dei miei progetti. Entro subito nel vivo, la prima storia parla di concepimento vampirico e specialmente delle sensazioni della protagonista appena dopo la trasformazione, fino a conoscere l’enorme potere che ha abbracciato. E’ un romanzo molto psicologico.
    Anche “L’Antro dei Perduti” è di natura psicologica, ma racchiude molta più azione e ci sono più personaggi. Qui spiego molto bene il lato interiore dei vampiri, per come li vedo io: i vampiri si trovano costantemente in una situazione d’equilibrio precario tra la loro umanità trapassata e quella che sono soliti chiamare “la Bestia”, ovvero la totale assenza di controllo e lo sfogo degli istinti più avidi e sanguinari.

    - Le tue prime pubblicazioni, comparse in svariate antologie, sono poesie; hai iniziato prima a scrivere prosa o poesia?
    Nasco come narratore, e mi sento tale da sempre. Ho iniziato a scrivere racconti fin da bambino, quando ho scoperto che scrivere emoziona.
    Quando ho scelto di rompere il ghiaccio ed iniziare a proporre i miei lavori mi sono scontrato con la dura realtà, più di un editore inizialmente mi ha suggerito di indirizzarmi sulla poesia anziché sulla prosa e così avevo fatto. Ma poi l’istinto è tornato a farla da padrone ed ho cercato di impormi come narratore.

    - Quali sono le caratteristiche che ami di più dell'una e dell'altra?
    La narrativa da’ molta più libertà rispetto alla poesia di abbandonarti alla fantasia. Scrivere una storia, anche un romanzo molto lungo, ti da l’opportunità di far conoscere a molte altre persone il tuo mondo interiore, immaginario o fantastico che sia: condividere una propria storia è creare, è dare vita a luoghi e personaggi che hanno preso vita prima dentro di te e poi attraverso la scrittura. E’ questa la caratteristica che più mi piace della narrativa.
    La poesia invece per me è principalmente “anima”, è l’unico modo che ho per dare voce ai miei pensieri più intimi e farli volare appunto oltre l’anima.

    - Se fossi costretto a scegliere tra scrivere in prosa e scrivere poesie cosa sceglieresti? Perché?
    Sicuramente sceglierei la narrativa, perché non riuscirei a vivere senza la possibilità di dare vita continuamente a nuovi mondi e nuovi personaggi. Ogni storia che scrivo mi appassiona a tal punto che ci finisco sempre dentro. E’ capitato anche di affezionarmi particolarmente a qualche personaggio!

    - Tornando alle pubblicazioni, il tuo libro d'esordio è stato "Erendal di Gavrillach - Le Quattro Armate", per la Aletti Editore; quali emozioni hai provato quando hai vinto il concorso?
    Un fulmine a ciel sereno, perché non pensavo di venire scelto. Ma poi ho realizzato che era tutto vero, ed allora mi sono dato da fare; il libro che è stato pubblicato è solo una prima parte di un’opera molto più grande che sto tutt’ora scrivendo!

    - Come riassumeresti la trama per i nostri utenti?
    Erendal è un elfo guerriero ripudiato dalla sua stessa razza per un capriccio degli Dei, costretto ad intraprendere un viaggio senza ritorno. Accecato dalla follia finisce con l’allearsi con la più grande legione di demoni del regno, l’esercito della Scure Infuriata. Si lascia dominare dalla magia nera dimenticando la sua indole benevola. Le divinità non si sono scordate di lui e, spaventate per il loro errore, cercano di redimere la sua anima. Ma il male si è impadronito del suo cuore una parte di lui resta malvagia.
    L’effetto è un guerriero ibrido, sostanzialmente benevolo, ma i cui stati d’animo spostano la sua natura verso il maligno. Basta poco per incendiare i suoi occhi di odio e trasformarlo in una furia senza coscienza. Soltanto un’umana, Lilian, con la sua dolcezza ed il suo sguardo innamorato sembra in grado di controllare il demone che si agita in lui.
    Erendal è il mio perfetto alter ego, il suo personaggio è costruito sul mio carattere ed anche alcune sfumature della storia riconducono a me stesso. Non a casa nel web sono conosciuto proprio con il nick name “Erendal”.

    - Nel libro è presente il personaggio di Ketry, strega nonché vampira; quale funzione ha nel romanzo?
    Ketry è una strega dampira, ovvero per metà umana e per l’altra metà vampira. I dampyr mi sono sempre piaciuti, sono una rarità: non hanno le comuni debolezze dei vampiri. Perciò lei è più forte e più temuta da ogni vampiro. Ketry è immune alla luce del sole, è colta, è intelligente. E in più padroneggia le arti occulte essendo una strega. Incarna perfettamente il simbolo della bad gril: bella, dannata e senza cuore.
    Ketry è l’asse negativo della storia; è colei che riesce più di ogni altra creatura delle tenebre a spostare l’equilibrio mentale di Erendal verso le forze del male. E’ questo il suo ruolo.

    - Spesso vampiri e streghe sono personaggi che compaiono assieme nei romanzi, mentre tu hai scelto di unire queste due nature; per quale motivo?
    Inconsciamente ho già risposto prima a questa domanda. Cercavo per Ketry delle caratteristiche uniche, che la rendessero agli occhi dei lettori un personaggio unico. Ho in mente di scrivere un romanzo horror con lei protagonista!

    - "Erendal di Gavrillach", come detto in precedenza, è edito in versione cartacea, mentre per i tuoi romanzi brevi hai optato per il formato ebook; a cosa è dovuta questa scelta?
    La scelta è stata più che altro casuale. Però tengo a precisare che i due ebooks sono in forma completamente gratuita. Pubblicare ebook è comodo, è veloce. E’ il miglior strumento che esiste oggi per farsi notare.

    - A questo proposito, cosa ne pensi del mondo editoriale italiano e delle possibilità che offre agli scrittori emergenti?
    Purtroppo in Italia non ci sono particolari sbocchi per gli autori emergenti, la situazione non è delle migliori. Tuttavia per pubblicare un libro non è sempre necessario trovare un editore. E’ possibile farlo anche da soli. Oggi il web è un ottimo strumento pieno di opportunità: esistono molti siti di “print-on-demand” in cui è possibile fare tutto da soli. E’ semplice e geniale, basta registrarsi ad un servizio on line, e spedire elettronicamente il proprio file via internet a uno di questi siti in cui ci si è registrati, scegliere come impaginarlo, creare anche la copertina e confermare. Con pochi clic il gioco è fatto. A questo punto bisogna solo aspettare che le copie stampate arrivino direttamente a casa propria.
    Perché auto-prodursi? Per il semplice fatto che è una scelta acuta e molto intelligente. L’editoria di oggi è un mondo controverso e specialmente per gli autori emergenti c’è davvero poco spazio, soprattutto perché gli editori che contano spesso non si occupano di chi non garantisce loro introiti sicuri. E i giovani autori? Possono avvicinarsi alla piccola editoria ma è una strada che non paga, sia perché i piccoli editori chiedono quasi sempre contributi economici in cambio, sia perché il proprio libro non finisce negli scaffali delle librerie e talvolta non viene nemmeno stampato su carta, a parte le copie che si è obbligati ad acquistare! Ecco perché auto-prodursi. Per farsi conoscere, per farsi leggere e magari apprezzare. Per provare ad avere almeno un’opportunità. L’importante è sapersi fare pubblicità da soli, essere un po’ agenti di se stessi. E quale mezzo migliore di internet e i forum di scrittura, i blog e i social network? Se poi si è veramente bravi magari ci si riesce a farsi notare. Ma mai illudersi. Consiglio spassionato: non accettate mai proposte di editori a pagamento!

    - Tra i romanzi brevi a cui abbiamo accennato prima due riguardano i vampiri; per quale motivo hai scelto di scrivere di questa figura?
    Perché la figura del vampiro mi affascina da sempre, fin da quando ero bambino. Non so spiegare esattamente il motivo, ma sento che io ed il mondo dei vampiri abbiamo qualcosa in comune!

    - Cosa ti affascina maggiormente della figura del vampiro?
    La loro natura, è unica ed affascinante. E poi il fatto che li vedo liberi dal contesto, dalla società, dal fardello delle emozioni umane. Per me il vampiro è una bestia che non si può addomesticare, ma sa anche essere elegante e raffinato.

    - Negli ultimi tempi si è creata una sorta di spaccatura nella visione del vampiro, con la differenziazione tra "classico" e "moderno"; quale delle due versioni preferisci?
    Chi mi conosce sa molto bene come la penso Io! Il vampiro è una creatura instabile, insaziabile, incontrollabile. Perché un vampiro resta per sempre un vampiro. Il vampiro non è mai umano né si comporta come tale. Il vampiro è dolore, il vampiro è fame. Il vampiro è predatore, il vampiro è una bestia che non può essere soggiogata. Il vampiro è follia. Ma soprattutto i vampiri NON SI INNAMORANO MAI!

    - La tradizione spesso associa il vampiro alla paura della luce, dell'aglio, delle croci; hai attinto ad essa per creare i tuoi vampiri? Quali modi di uccidere o indebolire un vampiro hai scelto e perché?
    La luce sì, mi piace pensare che i vampiri non di rango elevato ne siano vittime. Riguardo all’aglio ed alle croci invece no. Forse la croce può avere un minimo effetto se il soggetto che la impugna crede ciecamente in Dio. Per uccidere un vampiro i migliori modi sono dargli fuoco o tagliargli la testa!

    - Riprendendo il discorso sugli ebook, nella tua biografia che precede "Il Fiore delle Tenebre" è scritto che questa è la prima di una serie di storie dedicate ai vampiri; quante ne hai stese per ora?
    In origine le storie erano tre. Tre diverse storie di concepimento vampirico, ma poi come mi capita spesso ho stravolto tutto. Ha preso luce alla fine un unico romanzo ambientato in una Praga Ottocentesca. Non l’ho ancora proposto perché appena finito di scrivere, giusto il mese scorso.

    - Hai intenzione di scriverne altre?
    Non ho mai smesso di scrivere, al momento mi sto cimentando su un romanzo fantastico/fantasy, anche se inevitabilmente scivolo nell’horror. Il titolo è “Le gemelle del Caos”. Anche qui comparirà un personaggio femminile a cui mi sono già affezionato: si tratta di una demone dal nome Kristy.

    - Da dov'è nata l'idea per creare queste storie?
    Nasce dalla continua stimolazione cerebrale. Mi basta vedere un film o pensare una scena e mi viene voglia di creare una storia. Spesso le mie storie nascono da sogni, sono come dei viaggi astrali che compio io personalmente e poi cerco di raccontarli.

    - Per quale motivo hai scelto la forma del romanzo breve?
    Scrivo anche opere molto lunghe, ma quelle in formato ebook saranno sempre brevi. Non c’ è un motivo specifico, forse perché non le trovo adatte per proporle ad un editore visto che sono brevi.

    - Perché, secondo te, i vampiri non possono avere una parte umana?
    Perché non hanno anima, ed è l’anima a guidare i sentimenti di una persona. Ecco, i vampiri non sono più persone, non hanno coscienza, non hanno freni inibitori. Semplicemente per me non sono umani.

    - Nel corso del romanzo si evince che il potere ne è un elemento centrale; credi che esso sia paragonabile al sopravvento del cosiddetto "lato oscuro" e che il vampiro ne possa essere metafora?
    Il potere è sempre cattivo, il potere richiama inevitabilmente il male: è così che la vedo. E credo sia così anche nella vita reale. Più se ne ha e più si è spinti verso la follia. Il vampiro perciò è una metafora oserei dire perfetta.

    - Il potere, l'istinto, l'essere una bestia: quale di queste tre cose si avvicina di più all'"essenza" di un vampiro?
    Tutte e tre inevitabilmente: il vampiro è più forte di un umano e questo ne fa uno strumento di caccia. E come tutti gli animali vige la legge del più forte: il vampiro caccia per fame, per sopravvivere; è perciò mosso dall’istinto. Per me il vampiro non è un assassino, fa solo il suo dovere che la natura gli ha dato. Come il leone, o qualsiasi altro animale selvaggio.

    - "L'Antro dei Perduti" è un altro tuo romanzo breve sui vampiri in cui ritorna la protagonista de "Il Fiore delle Tenebre", Anja; come la descriveresti?
    Diciamo che ne “Il fiore delle Tenebre” si vive appena l’essenza di Anja. Lei è protagonista ne “L’Antro dei Perduti”. Lei è l’esempio di come ci si sente nel passaggio tra umano e vampiro: Anja vive l’espansione dei sensi e delle emozioni, la fame del vampiro, il potere. E poco alla volta impara a conoscere questo smisurato potere fino a desiderarne sempre di più.

    - Anja si sente "un po' serpente, un po' lupo e un po' pipistrello"; cosa accomuna questi animali alla figura del vampiro?
    Sono predatori, sono simboli. Sono animali che meglio di altri riflettono uno strano d’animo in confusione.

    - Perché, secondo te, i vampiri possono trasformarsi?
    Perché la loro forma umana è una limitazione del loro potere, e serve necessariamente per mischiarsi tra la gente comune.

    - Sin da subito viene toccato l'argomento "vampiri psichici"; come mai hai deciso di creare dei vampiri con delle particolari qualità legate all'energia psichica?
    Per il motivo che tra le caratteristiche che più mi affascinano nei vampiri c’è proprio il potere di soggiogare la mente, di ipnotizzare e legare la mente umana. Per dare dimostrazione di quanto sia debole l’essere umano mortale rispetto a colui che ha elevato il suo stato.

    - Hai preso spunto dai Real Vampires, o Human Living Vampires?
    Assolutamente no, i miei vampiri sono frutto delle mie esperienze mentali, senz’altro tuttavia condizionate da film, libri e quant’altro si sa sui vampiri. Diciamo che io ho attinto principalmente dal mio carattere: se fossi un vampiro vorrei essere così come li descrivo.

    - Accanto ad Anja troviamo Seth. In genere gli scrittori donano qualcosa di sé ai propri personaggi; è stato così anche per te?
    Il nome è una seconda pelle, è importante per me. La scelta del nome però non è mai legata a me stesso, ma dall’atmosfera del racconto. Il nome nasce sempre casualmente, è la mente a suggerirlo.

    - Perché hai scelto di dar loro nomi così inusuali?
    Io li trovo semplicemente dei nomi, però è vero che tendo ad evitare spesso i nomi comuni perché non vorrei che altri personaggi inventati da altri scrittori abbiano lo stesso nome dei miei!

    - Oltre ai due personaggi sopracitati nel romanzo compare anche Padre Yenner, il capovillaggio; egli può essere letto anche come personaggio simbolico, ad indicare il fanatismo religioso?
    Perfetto. In tutto il racconto è mia volontaria intenzione porre l’attenzione sul fanatismo religioso, su quanto spesso i religiosi nascondano la verità per perpetuare le loro credenze. Sono certo che anche nella vita reale è così.

    - Perché vengono praticati degli esorcismi per scacciare i vampiri?
    Non so se gli esorcismi funzionino davvero, ma era a mio modo di vedere l’arma migliore di un religioso per combattere i vampiri.

    - Padre Yenner, Seth e Anja costituiscono le voci narranti de "L'Antro dei Perduti"; per quale motivo hai deciso di affidare la narrazione a tre diversi personaggi?
    Un esperimento, che direi è riuscito alla perfezione. Scrivere in prima persona è più difficile perché devi restare concentrato su ciò che il personaggio sa e non sa, devi scrivere la storia direttamente dal di dentro come se la vivessi con gli occhi del personaggio protagonista. Ed io la vivo sempre, è così che mi piace di più scrivere. Cambiare più volte l’io narrante è stato un modo per mettermi alla prova e di donare qualcosa di nuovo alla scrittura.

    - Il romanzo presenta anche altre caratteristiche particolari, come la struttura non lineare; da cosa deriva questa stesura?
    Ho voluto portare una caratteristica dei giochi di ruolo nella scrittura. La trama non ha proprio una struttura lineare: gli avvenimenti narrati a partire da un determinato punto proietteranno il lettore davanti a più mondi paralleli in cui ciò che accade in un mondo è diverso da ciò che accade nell’altro. Se vogliamo trovare un altro parallelismo, è un po’ quello che ha fatto anche il regista Peter Howitt, al suo esordio alla regia con il film “Sliding Doors” nel 1998. Immaginare una storia che può prendere strade diverse a seconda delle scelte dei personaggi: fantastico vero?

    - Non temi che la discontinuità spazio-temporale confonda il lettore?
    Purtroppo è un problema con il quale mi sono dovuto scontrare, infatti tra le persone che in anteprima hanno letto il mio romanzo qualcuna si era confusa. Però io sono sempre alla ricerca di nuove sfide e nuovi metodi di scrivere un romanzo: così ho cercato di sistemare meglio lo scritto per farlo apparire il meno discontinuo possibile.

    - Una cosa che non si trova nel romanzo è un'ambientazione certa, ossia non è specificato né il luogo né il tempo in cui si svolge l'azione, come nell'episodio precedente; perché hai fatto questa scelta?
    Casualmente, è l’istinto che mi ha guidato. Probabilmente in questo tipo di romanzo ci sta bene, ma solitamente mi piace creare un mondo intorno alla storia.

    - Un'altra particolarità comune tra le due opere è che ognuna contiene una poesia, posta all'inizio, come ne "Il Fiore delle Tenebre", o alla fine, come ne "L'Antro dei Perduti"; come mai hai scelto di inserirle?
    Sono le poesie dalle quali ho tratto spunto per scrivere l’intero romanzo! Soprattutto quella relativa a “Il Fiore delle tenebre”, scritta anni prima. Diciamo che fin dall’inizio avevo in mente di scrivere un romanzo a partire dalla mia idea, ma poi ci ho messo più di due anni a realizzare tutto. La poesia è più immediata, alle volte bastano pochi minuti per stenderla, la narrativa invece richiede tempi molto più lunghi.

    - Sia in queste poesie sia nei romanzi hai scelto di utilizzare la prima persona per la narrazione; come mai?
    Perché vivo i versi e le storie come se le stessi vedendo nell’esatto istante in cui le scrivo: si apre davanti a me un mondo parallelo; non faccio altro che riportare ciò che vivo nell’immaginazione.

    - È stato complesso scrivere in prima persona dovendo adottare punti di vista differenti in base ai personaggi narranti?
    E’ stato esaltante invece, ed anche divertente. E’ stato un po’ come diventare l’uno o l’altro personaggio.

    - Syrus, il padre di Anja, dice che essere vampiri è un dono, Padre Yenner che è una maledizione; per quale versione propendi?
    Ovviamente per la prima, visto che si acquisiscono poteri che altrimenti non si avrebbero; anche se c’è sempre un prezzo da pagare. Niente ti viene dato per concessione. Il prezzo che deve pagare un vampiro è la sete di sangue umano. Il sangue è la linfa vitale, il sangue è tutto.

    - Padre Yenner spera che l'amore trionfi sul Caos; secondo te l'amore può vincere ogni cosa oppure ciò non vale quando si parla di vampiri?
    L’amore vince ogni cosa, non soltanto tra gli esseri umani. Ma il vampiro è un eccezione perché è imprevedibile.

    - Sui vampiri hai scritto anche un racconto, "Donna", in cui ancora una volta il vampiro è una figura femminile; perché questa scelta?
    Perché sono attratto dalle figuri femminili forti e autoritarie, dominanti. Sarà che il mio lato maschile mi porta a divertirmi di più se immagino una donna bella e forte in azione, piuttosto che un eroe muscoloso. Tuttavia è una tendenza che hanno in molti negli ultimi anni: le donne attirano di più la platea maschile se sono costruite bene. Guardate che mito che è diventata Lara Croft di Tomb Raider per esempio!

    - Anche qui torna l'idea di vendetta; credi sia una componente chiave per i vampiri?
    Non proprio, ma in “Donna” ci stava bene. Un umano disgraziato che acquista il potere e finalmente può dire la sua.

    - Hai scritto che "un vampiro è per sempre"; cosa volevi dire?
    Che non si torna indietro, quando si perde l’umanità si diventa “altro”. Un vampiro non si comporterà mai più come prima, da umano.

    - Tra i tuoi progetti figura anche un romanzo horror; puoi darci qualche anticipazione?
    Sullo sfondo di una Praga Ottocentesca, tra il monastero di Strahov e il Vecchio Cimitero Ebraico, si svolge la tormentata storia del cacciatore di vampiri Evžen e di Jiřina, una giovane donna dall’oscuro passato sulla quale pesa un’orribile maledizione.
    E qui parlerò molto di amore tra umani e vampiri, e lo farò a modo mio, ma con una sorpresa.

    - Non hai scritto solo "Erendal di Gavrillach - Le Quattro Armate" e i romanzi brevi sui vampiri, ma anche "L'Uomo Formica"; di cosa si tratta?
    Il mio personaggio “Uomo Formica” è nato così, quasi per caso, quando nella mia testa è venuta l’ispirazione osservando il comportamento e gli atteggiamenti di un mio amico. E’ nato per gioco, per divertirmi, per scrivere qualcosa che sentivo nuova. Poi la mia fantasia ha iniziato a fare il resto.
    Tengo a precisare che il mio “Uomo Formica” non ha nulla a che vedere con il personaggio creato e lanciato nell’ano 1962 da Stan Lee (Stanley Martin Lieber) e Jack Kirby (Jacob Kurtzberg), noto appunto con il nome di “Ant – Man”.
    E’ osservando la laboriosa organizzazione del mondo degli insetti, in particolare delle formiche, che ho perfezionato questo nuovo “eroe”. Rolando, ragazzo comune e poco dotato, ma con tanta volontà d’animo, una volta scoperto l’infinito ma anche oscuro potere che si cela dentro ai suoi cromosomi, sceglie di battersi per la salvezza del pianeta Terra devastato sia dall’incuria dell’uomo, che da una razza di ibridi insetto – uomo capeggiati da una mostruosa donna – libellula sfuggita al controllo del suo creatore.
    E’ il romanzo a cui tengo di più, sto cercando da oltre due anni di proporlo per la pubblicazione; per “L’Uomo Formica” vorrei il massimo.

    - Hai scritto altre opere oltre a queste?
    Tante altre, soprattutto sul genere “avventura/fantastico” come “Shaya e il segreto della valle perduta”. E’ la storia di una donna primitiva cresciuta nella foresta e di un giovane archeologo, Chris Carter, al quale questo “viaggio” sulle rive del Rio delle Amazzoni risulterà indimenticabile.
    Oppure “Ska – Kyatouk, l’amuleto maledetto”, romanzo ambientato in Africa. E’ una storia di magia nera e riti sacrificali. Come mia consuetudine porto in giro i lettori per il mondo, stavolta appunto nel cuore pulsante dell’Africa nera dove una strana quanto insolita collaborazione tra un serial killer ed un’affascinante avventuriera farà da porta d’ingresso per entrare nelle abitudini di una tribù di cannibali, i Tonga Mashujaa. Anche qui la storia è vista con gli occhi del protagonista, e sempre al presente.

    - Hai altri progetti letterari in corso?
    Al momento mi sto concentrando proprio sulla stesura di “Erendal di Gavrillach” che, come dicevo, è un opera molto più grande rispetto alla parte pubblicata con Aletti Editore. L’antagonista è sempre Ketry. Una chicca: chi ha letto “Erendal - Le Quattro Armate” potrà ammirare anche il personaggio di Aranel cresciuto.

    - Viste le tue opere, sembra che tu prediliga il fantasy e l'horror; cosa ti avvicina a questi due generi?
    Il fascino che questi generi sanno emanare è unico. Quando io scrivo cerco di evadere dal mondo che mi circonda, per questo non scriverò (credo) mai storie che parlano di attualità o vita comune. Perché io voglio trovare nei miei mondi elementi che apparentemente non esistono, come la magia… e i vampiri appunto.

    - Quando è nata in te la passione per la scrittura?
    Credo da sempre, visto che ho iniziato a scrivere fin da bambino. La mia fase da “poeta” invece è partita molto più tardi quando in un momento emotivamente particolare della mia vita ho avvertito l’esigenza di “sfogare” i miei sentimenti attraverso dei versi.

    - Se ne avessi la possibilità, cosa miglioreresti del tuo modo di scrivere?
    Ci sono tante cose che migliorerei del mio scrivere, per questo scrivo tanto. Comunque negli ultimi tempi sto cercando di porre maggiore attenzione sulle descrizioni, dal momento che spesso le trascuro a scapito della trama.

    - Hai qualche consiglio da dare a chi, come te, vuole intraprendere la strada della scrittura?
    Non so se si possa trattare di un consiglio, ma direi a tutti di scrivere per divertirsi e non per essere pubblicati. Io quando scrivo mi diverto molto.

    - Infine, c'è qualcuno che vuoi ringraziare?
    Sicuramente Ilaria, la mia compagna, che è la mia prima lettrice nonché la mia prima grande sostenitrice. Lei crede molto in me, spesso mi da anche dei validi consigli, essendo un’ottima lettrice.

    L'intervista si conclude qui; ti ringrazio a nome di tutti gli utenti del Damned Soul e ti auguro buona fortuna per il proseguimento della tua carriera letteraria.
    Grazie a te, è stato un piacere per me poter rispondere alle domande. E ovviamente incrocio le dita per il futuro!

    Creative Commons License
    Questa intervista è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons. © Ringraziamo Ivano Dell'Armi per averci concesso l'intervista. E' vietato riprodurre quest'ultima senza il consenso dell'intervistato e dell'autore. Damned Soul


    Edited by airali^^ - 4/9/2012, 15:27
     
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    Grazie! Molto bello il logo... ho linkato l'intervista sul mio profilo di Facebook! :)

    Buona domenica a tutti!!!!
     
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    bello e appena posso cercherò di leggere qualcosa scritto delle sue mani
     
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  4. .Arya
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    Davvero una bella, esauriente ed interessante intervista *_* Complimenti!
     
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  5. Maemi
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    Come sempre leggo con molta curiosità le piacevoli interviste che proponete, ringrazio lily che è sempre precisa e puntuale e l'autore che ci ha permesso di entrare nel suo mondo, un bell'esempio di come con la passione, il lavoro, la voglia di fare e di non arrendersi mai si è in grado di raggiungere dei traguardi.... pertanto da parte mia va tutta la stima e l'incoraggiamento possibile.
    Sono rimasta molto affascinata dalla descrizione delle varie storie e la personalità dei personaggi, inoltre una cosa mi ha molto colpita, quando l'autore descrive il modo in cui nascono le sue storie: ".....Spesso le mie storie nascono da sogni, sono come dei viaggi astrali che compio io personalmente e poi cerco di raccontarli.....", mi ha fatto venire in mente Lovecraft... un genio della letteratura horror... quindi il mio augurio non può che essere continuate a sognare e a viaggiare con la mente per permetterci di continuare a sognare.
    grazie
     
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    Grazie a tutti veramente! :) Mi fa molto piacere che il mio "mondo fantastico/horror" interessi! Anche per me, Maemi, Lovercraft è un maestro ed un genio! :)
     
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  7. Maemi
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    Riporto su questa mia bellissima intervista che Mournful mi fece qualche tempo fa... e che ringrazio tantissimo. Da allora mi sono molto dedicato ad organizzare contest e gare pere gli utenti del mio forum.
    Adesso ho ripreso ad occuparmi di me, ed ecco l'ultima mia fatica letteraria...




    Erendal delle fiamme



    9788891181305g

    Informazioni editoriali
    Titolo: Erendal delle fiamme
    Autore: Ivano Dell'Armi
    Data di uscita: 2015
    Pagine: 172
    ISBN: 9788891181305
    Editore: Youcanprint
    Prezzo cartaceo: € 13,00
    Prezzo ebook: € 1,99



    Acquistabile...

    CARTACEO

    EBOOK



    TRAMA

    Ripudiato dalla sua razza per un capriccio degli Dei, ritenutisi offesi della sua assenza a Caleron durante uno scontro interno nel regno, il guerriero elfo Erendal - esiliato dalla sacra terra - è costretto ad intraprendere un viaggio senza ritorno lungo il regno di Gandelam.
    Accecato dalla follia ed alleatosi con una legione di demoni - l'esercito della Scure Infuriata - si lascia dominare dalla magia nera, dimenticando la sua indole benevola. Ma le Divinità non si sono dimenticate di lui e, spaventate per il loro errore, cercano di redimere la sua anima. Tuttavia il male si è impadronito del suo cuore e nonostante l'intercessione degli Eletti una parte di lui resta malvagia.
    Soltanto un'umana, Llian, sembra in grado di controllare il demone che si agita dentro di lui. È nella foresta di Gavrillach che Erendal e Llian daranno inizio alla loro storia, la quale culminerà in una cruenta battaglia per il dominio di Gandelam; verranno coinvolte ben quattro armate: l'esercito della Scure Infuriata, una legione di non morti capeggiata da un dio devastatore, la mitologica armata delle Divinità Elfiche, ed anche un esercito di umani. Il Regno di Gandelam rischia la distruzione. Ed Erendal da che parte sceglierà di schierarsi?



    L'INTERVISTA SUL FORUM INCHIOSTRO DIVERSO

     
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