L'Attesa

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  1. MournfulCreatureOfTheDark
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    Allora :dazed: come qualcuno di voi già saprà, volevo postarvi un racconto che però non trovo più, causa rottura dell'hard disk -.- quindi, in attesa di recuperarlo, dato che sono certa di averlo salvato da qualche parte, vi posto questo racconto breve, che è una sorta di prova di sfasamento temporale, giusto per non lasciare inattiva la sezione... Non aspettatevi nulla di che, dunque :sisi:

    somerights20



    CITAZIONE
    Oggi, ore 23.30
    Aspettava. Se avesse avuto un orologio sarebbe stato intento ad ascoltare il ridondante ticchettio delle lancette nell’attesa del suo arrivo... Solo che non arrivava. Dov’era? Il sibilare del vento si fece più forte, e tra le sue mani comparve un bigliettino, bianco, rettangolare, con una scritta nera, in una calligrafia precisa e minuscola. “Non dire che non te l’avevo detto: non affermare MAI che conosci un vampiro”.
    -E questo che significa?- disse, ben conscio che, se quel biglietto era arrivato fino a lui, qualcuno era in ascolto.

    Ieri, ore 03.00
    La pioggia cadeva copiosa in una notte dal cielo cupo, notte tra un sabato ed una domenica come tante, non fosse che alcune persone in quel momento erano intente, nonostante l’ora tarda, ad osservare l’acquazzone, giunto per donare sollievo alle terre ormai secche per via di un torrido mese, uno dei più caldi mai registrati. La pioggia cadeva copiosa, e lui era uno tra i pochi a non esserne felice; Andrea infatti aveva a lungo atteso quel weekend, che segnava la fine di molti impegni lavorativi, ed avrebbe per questo voluto passarlo al mare, distante poche decine di chilometri, ma la pioggia aveva rovinato i suoi progetti. Si era ritrovato così al Pop Corn, un club non molto lontano da casa sua, in compagnia di alcuni amici e di un gran mal di testa, frutto di molte
    stressanti giornate e di una stanchezza che era andata accumulandosi; per via di quel suo malessere era dunque uscito dal locale, ed ora stava lì ad osservare lo squallido panorama offerto da via della Pila, un paio di ragazzi tutti presi dalla loro sigaretta, due o tre coppiette indaffarate in macchina, in fondo al parcheggio, ed una prostituta vicino all’incrocio, che sfidava il maltempo coprendosi con un ombrello, mentre il cielo iniziava a venire illuminato da dei lampi lontani.
    -Che ci fai qui fuori tutto solo?-
    Una voce lo distolse dai suoi pensieri, ed uno sguardo magnetico lo catturò.
    -Mal di testa-
    -Di solito questa è una scusa usata dalle donne- la ragazza si fece avanti, mostrandosi alla luce dei neon, con la minigonna che lasciava scoperte le lunghissime gambe, il top attillato che esaltava le forme, i lunghi capelli che incorniciavano lo splendido viso.
    -Il problema è che non è una scusa- Andrea si avvicinò alla sconosciuta –e tu perché sei qui fuori tutta sola?-
    -Mal di testa- rispose lei, mentre un sorrisino ironico si faceva largo sul suo volto
    Andrea si voltò, avendo udito un rumore metallico; poi sentì un dolore acuto alla testa, e cadde a terra, svenuto.

    Oggi, ore 19.30
    -Le consiglio di cominciare subito a dirci la verità, o ne pagherà le conseguenze- la vena sulla tempia dell’agente sembrava sul punto di esplodere –allora? Cosa deve dirci?-
    -Ma io ve l’ho già detto, non sono stato io! È stato un vampiro! Mi ha costretto a collaborare, mi ha incastrato, dovevo farlo, voleva uccidermi!-
    -La smetta!- l’agente sbatté violentemente la mano sul tavolo –si rende conto di cosa va blaterando? Sta dicendo che un vampiro, dico, un vampiro l’ha minacciata di morte a meno che non piazzasse una bomba?-
    -Ma non sono stato io!-
    -Ah no? Questo è tutto da vedere- fece un cenno all’agente in divisa che aspettava sulla porta –lo porti via-
    -Cosa? No, no! Io non c’entro, è stato un vampiro,è stato…- le urla di Andrea si persero nel corridoio, e poi in macchina, mentre lo scortavano a Santa Maria Maggiore. Arrivato in carcere, Andrea cominciò a maledire quella sera, in cui tutto era cominciato. Ma chi gliel’aveva fatto fare? Ora si trovava in carcere, con un polpaccio dolorante a causa di una pallottola che l’aveva colpito di
    striscio, sospettato di essere un terrorista nonché un ladro, e tutto per colpa di una donna. Ma chi gliel’aveva fatto fare?
    -Pss- Andrea, solo nella cella, sentì un sibilo senza riuscire a capirne la provenienza –non ti preoccupare- il sibilo si trasformò in un sussuro – penso a tutto io-
    Andrea ormai sapeva che quella frase non significava altro che guai.

    Ieri, ore 9.00
    -Penso a tutto io- il vampiro accavallò le gambe
    -E allora io a cosa ti servo?-
    -Ho detto "penso a tutto io", non "faccio tutto io"-
    -E io?-
    -Tu devi fare solo una piccola cosuccia, sempre che ne sia capace- indicò le mensole -perché a quanto pare non sai nemmeno montare qualche pezzo dell'Ikea-
    -È che...-
    -Al posto di accampare scuse idiote stammi a sentire: ho un piano per te- si chinò in direzione di Andrea -io, che sono il capo, mi accollo la parte più difficile, distrarre tutti i bavosi e gli agenti che attornieranno le donzelle... E tu, mentre tutti gli altri stanno lì a guardarmi come dei rimbambiti, ne approfitti e le porti da me. Tutto chiaro?-
    -Non è un po' troppo semplice come piano?-
    -I piani semplici funzionano sempre, soprattutto i miei... E poi sono un vampiro, è impossibile farmela-
    -Se ti vanti tanto di essere un vampiro perché hai bisogno del mio aiuto?-
    -Non ne ho bisogno, è che devo pur trovare un modo di passare il tempo, no?- il vampiro sorrise, mostrando i suoi canini bianchi ed appuntiti

    Ieri, ore 03.30
    Un sorriso fu la prima cosa che vide.
    -Ehi, stai bene amico?- un ragazzo era chino su di lui, e lo proteggeva dalla pioggia con un grande ombrello nero
    -La testa...-
    -Ti spunterà un bel bernoccolo, quella ragazza aveva la mano pesante-
    -La ragazza...-
    -Non sai che le donne possono essere molto pericolose? Ti ha rubato il portafoglio, o qualsiasi cosa avessi in tasca, e poi si è infilata in un'auto, evidentemente aveva un complice... Non sono riuscito ad arrivare in tempo per fermarla, mi dispiace-
    -Cosa...- Andrea, dopo essersi rimesso in piedi con l'aiuto dello sconosciuto, si tastò la tasca dei pantaloni -cazzo, il portafoglio...-
    -Dai, vieni, ti porto a casa... La mia macchina è quella là- indicò un Land Rover bianco -riesci a camminare fin lì?-
    -Sì, sì, ma il portafoglio...-
    -Ti conviene fare la denuncia domani... Anche perché forse vorrai andare al pronto soccorso, anche se non credo sia necessario- gli strizzò l'occhio -sono un medico-
    -Io... Io voglio solo tornarmene a casa-
    -Sai- disse lo sconosciuto, mentre lo scortava fino all'auto -devi considerarti fortunato, con una botta del genere ci saresti potuto rimanere secco, o romperti qualche osso cadendo... Ma la cosa peggiore è stata l'indifferenza generale, ti hanno lasciato lì come se nulla fosse...-
    -Fortuna che sei arrivato tu-
    -Già- gli diede una mano a salire -fortuna- e senza farsi vedere, mentre raggiungeva il posto di guida scrisse rapidamente un sms; grazie ad una coincidenza aveva trovato una vittima.

    Oggi, ore 16.30
    -Ho creato un diversivo, forse avremo anche qualche vittima- Andrea sobbalzò: ovviamente non si era accorto dell'arrivo improvviso del vampiro.
    - Non è che il diversivo corrisponde a lanciarmi tra le eliche di un aereo?-
    Il vampiro sbuffò -No, te l'ho detto già mille volte: mi servi vivo-
    -E allora...-
    -Una semplice banalissima bomba-
    -Cosa?!- urlò Andrea, rischiando di svelare la propria posizione alle guardie; il vampiro, però, era già svanito.

    Ieri, ore 04.00
    La pioggia era diminuita d'intensità, e finalmente dal posto di guida si riusciva a scorgere chiaramente tutta la carreggiata dell'autostrada, quasi completamente sgombra di auto. Andrea si svegliò, e proprio in quel momento apparve una figura nella corsia.
    -Attento!- urlò, ma il conducente stava già sterzando, perdendo però il controllo della vettura, che si schiantò contro il guardrail esterno; la sagoma si avvicinò all'auto e, sporgendosi dentro il finestrino distrutto, iniziò a parlare.
    -Questo ormai è andato- disse la ragazza, indicando con un cenno del capo lo sconosciuto, il sangue che l'aveva completamente imbrattato -ma tu puoi tornarmi utile- e sorrise, mostrando alla notte i suoi bianchi canini affilati.

    Oggi, ore 16.35
    Non riusciva a crederci. Come diavolo era stato possibile convincerlo a fare una cosa simile? Si guardò attorno, accertandosi che nessuno potesse vederlo. Vide tre persone ed una cassa scendere lungo la rampa dell’aereo, attorniati da una ventina di altri individui; respirò profondamente, chiuse gli occhi, si disse “forza!”, si preparò ad agire. Riaprì gli occhi, ed una violenta esplosione attrasse l’attenzione di tutti quelli che fino a qualche secondo prima controllavano la cassa; scattò in avanti, pronto a compiere la sua missione. Corse a perdifiato fino a raggiungere l’aereo, mentre la confusione dilagava nella pista, afferrò il manico del transpallet su cui era stata poggiata la cassa e si preparò a scappare, cercando di non dare troppo nell’occhio, nonostante il carico di grandi dimensioni che stava trasportando.
    -Fermate quell’uomo!-
    Qualcuno urlò dal gate vicino, in preda alle fiamme; doveva sbrigarsi, o l’avrebbero preso. Gettò un rapido sguardo con la coda dell’occhio alle sue spalle, e ciò che vide non lo rassicurò affatto: gli uomini che prima stavano controllando l’aereo ora si erano gettati al suo inseguimento, e la cassa,
    anche se non molto pesante, non gli era certo d’aiuto. Cercò di correre, ma la cosa non gli riusciva semplice. Si voltò di nuovo: la cassa era sparita. “Che diavolo…” pensò, ma il suo pensiero fu interrotto uno sparo, che lo fece cadere a terra. Sperava solo che il vampiro fosse in grado di sistemare tutto.

    Oggi, ore 23.00
    Appese il quadro al muro, non senza una certa soddisfazione: finalmente era riuscita a procurarsi "Les Damoiselles D'Avignon", che solo qualche ora prima erano in viaggio verso l'aeroporto Marco Polo per poi essere esposte ad una mostra a Venezia. Scrisse su un bigliettino un paio di frasi, concise e significative come piacevano a lei, per quell'idiota che aveva coinvolto nel progetto: era finito in carcere, ma la cosa peggiore era che aveva detto la verità, ossia che lei esisteva. Non che fosse un suo problema: nessuno gli avrebbe creduto, e la copia esatta del dipinto che lei stessa aveva preparato era già nascosta nell'aeroporto, vicino al luogo della sparatoria, e così, per quel che la riguardava, aveva sistemato tutto. Con calma si preparò ad uscire, per consegnare il biglietto all'umano; si chiese se avrebbe mai capito che lei non l'avrebbe mai e poi mai tirato fuori di prigione. In fondo non rientrava nei patti, e a lei, che aveva ottenuto quel che voleva, non interessava più nulla di quell'inutile essere; avrebbe continuato ad aspettare invano.


    Edited by MournfulCreatureOfTheDark - 15/4/2013, 13:16
     
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  2. eligri
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    Complimenti,ho letto i tuoi racconti.Sei davvero brava!
     
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  3. MournfulCreatureOfTheDark
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    Grazie mille!
    Tra l'altro è un po' che non posto qualcosa, magari appena ho tempo vedo se trovo un racconto decente u.u
     
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2 replies since 1/8/2012, 12:05   51 views
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