Intervista esclusiva a Veronica Ferrari

Autrice di "Samael Lo Squartatore".

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. MournfulCreatureOfTheDark
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    veronicau

    Abbiamo il piacere, stavolta, di intervistare la giovane scrittrice italiana Veronica Ferrari che, nella Primavera del 2011, ha pubblicato il suo primo libro, Samael Lo Squartatore.

    - Come prima cosa, ti saluto a nome di tutti gli utenti del Damned Soul. Per rompere il ghiaccio ti andrebbe di presentarti ai nostri utenti e di introdurre il tuo primo libro?

    Veronica: Ringrazio il Damned Soul per avermi dato questa possibilità. Sono Veronica, ho ventitré anni, sono nata a Treviglio, nella provincia bergamasca, ma abito nel cremonese.
    Amo molto l’arte e la lettura, oltre ad essere innamorata e interessata a tutto ciò che concerne il Titanic. Sul web sono -Liberty- e gestisco un forum sul Titanic. Nella vita di tutti i giorni lavoro a contatto con i bambini mentre coltivo il sogno di essere una scrittrice. Sono un’appassionata degli esseri immortali, sentimento che è cresciuto a mano a mano negli anni. Il libro è nato proprio da questo interesse, fuso alla passione per la magia, Jack lo Squartatore, il mondo celtico. Tutto questo l’ho fuso insieme per dare un’impronta maggiore all’opera e alle vicende della famiglia Catherwood, in particolare Liberty, la voce narrante della storia. Il libro viene raccontato come fosse il diario personale di una ventenne... molto particolare.
    La storia si svolge alla fine dell’Ottocento, nell’anno cruciale per la cronaca nera di Londra, in cui Jack lo Squartatore ha terrorizzato la capitale inglese. Le creature della notte irrompono a spizzichi nei fatti, rivelando a bocconi la vera natura e storia famigliare e il passato dei personaggi.

    - Da dov’è nata l’idea per questo romanzo?

    Veronica: L’idea della storia nasce da un progetto. Il libro doveva essere la tesi finale per il corso di Illustrazione che ho frequentato dal 2006 al 2009 (Scuola del Fumetto di Milano). Esso doveva contenere un tot d’illustrazioni di una storia, che completava il progetto. Ma la vena letteraria ha avuto il sopravvento, codì i disegni sono divenuti un contorno e la trama l’argomento principale. I disegni sono stati creati a tempera acquerellata e pastelli su carta da acquerello. Erano a colori ma poi nella stampa sono stati stampati in bianco e nero.

    - L’ambientazione è piuttosto particolare: l’azione, infatti, si svolge a Londra, nel 1888, mentre Jack lo Squartatore semina il terrore nella città. Come mai hai scelto questo scenario?

    Veronica: Lo scenario è stato scelto per diversi motivi: l’amore smisurato che ho per la capitale inglese, che ho potuto visitare anni fa durante una vacanza. E’ stato amore a prima vista e da lì è sempre rimasta la mia città preferita. Il periodo vittoriano, così romantico e affascinante, l’interesse per il killer che colpì nell’autunno del 1888, con un’efferatezza straordinaria e al contempo misteriosa.

    - Quanto è stato difficile per te ricreare la capitale inglese del XIX secolo?

    Veronica: Il particolare più difficile è stato ricreare una mappa storica della piantina del quartiere di Whitechapel; molte strade nel tempo hanno cambiato nome, ma grazie a Jack Lo Squartatore, motivo dell’ambientazione proprio in quel luogo e in quel periodo, sono riuscita a ritrovare le vecchie denominazioni. Per quanto riguarda i modi di fare, i vestiti, le costruzioni, ho ricercato del materiale e ammetto che anche questa parte, nella costruzione del libro, mi ha affascinato ed entusiasmato. Infatti è proprio la curiosità che mette in moto in me l’ispirazione, la voglia di cercare e di sapere, per me, è la base di tutto. L’idea iniziale c’è, ma poi voglio sapere i dettagli per poi comporre gli avvenimenti, questo per renderli più veritieri e ricchi.

    - Singolare è anche la presenza di uno dei serial killer più noti e misteriosi della storia: quanto spazio trova questa figura nel racconto?

    Veronica: E’ un personaggio che via via diviene sempre più importante e caratterizzerà tutta la vicenda, che si svolge da Gennaio a Novembre 1888. E’ il cattivo della situazione, che all’inizio è introdotto attraverso letture di giornali o notizie, e poi diviene il vero cruccio della famiglia, che viene coinvolta.

    - Come mai hai scelto di parlare anche di Jack lo Squartatore?

    Veronica: Jack è un personaggio misterioso, si sa poco di questa persona. Come sempre ciò che non conosciamo da spazio all’immaginazione. Molte ipotesi sono state fatte sulla vera identità di Jack: un principe, un dottore, un macellaio, un pittore, una donna. Ma ancora oggi non vi son certezze, solo moltissime ipotesi. La mia versione voleva un po' discostarsi da esse e, infatti, è quella più strampalata fra quelle congetturate dagli esperti, non dimenticando però collegamenti a figure storiche realmente vissute, come le vittime. Volevo quindi dare la mia versione, la mia risposta a questo caso di crimine mai risolto, dandone una spiegazione innaturale, fantastica.

    - C’è qualcosa che ti affascina particolarmente in questo personaggio?

    Veronica: Si, la sua misteriosità e il fatto che abbia iniziato a uccidere prostitute in un solo quartiere londinese, tutto da Agosto a inizio Novembre del 1888. Alcuni omicidi, avvenuti nei pochi anni successivi, sono stati attribuiti a lui, senza però rientrare tra le vittime effettive. Quindi Jack è scomparso dopo cinque vittime, diventando il serial killer dell’Autunno del terrore. Ciò che mi affascina è l'assenza di un perché reale di questi omicidi, del come possa averli commessi in poco tempo mutilando orribilmente queste donne, del chi sia stata realmente questa persona. Infatti nemmeno il sesso del killer è sicuro. Ci sono molte tesi e molti interrogativi da chiarire, cui forse non ci sarà mai risposta.

    - Per ricreare le sue azioni hai fatto affidamento anche a libri o film su di lui?

    Veronica: Mi sono affidata a libri, dove erano riportati i fatti per filo e per segno. Poi molti documentari, film, documenti, lettere scritte dal presunto killer, che ho potuto ritrovare negli studi compiuti. Ho letto tutte le varie ipotesi e possibili profili del serial killer aggiungendovi poi del mio, ricomponendo il puzzle dei vari pezzi della situazione. Ciò che non ho fatto è leggere libri romanzati al riguardo, ma solo per attenermi alla storicità dei fatti e non farmi influenzare. Principalmente gli atti compiuti dal killer si basano su eventi storici, poi la trama prende un'altra piega per risolvere il caso.

    - Passiamo alla voce narrante, Liberty, una strega dalla storia un po' particolare; come la descriveresti?

    Veronica: Lei è il cuore della storia, è colei che risolverà il mistero. Ha capelli rossi, ricci e lunghi fino alle scapole, collo sottile e occhi lilla. E’ una ragazza dolce, romantica ma al contempo triste per la sua particolare situazione. Ha ormai vent'anni, età da marito da un paio d'anni per l'epoca, ma non ha potuto fare il suo debutto in società a causa della propria natura, anzi, dei suoi poteri, infatti è una strega. Vive con la sua famiglia matriarcale, con la nonna come capostipite, le tre zie, lo zio e sua moglie. Inoltre ha una sorellina di nome Faith. E’ legatissima a quest’ultima e la nonna, cui si appoggia per chiedere aiuto. Adora le feste e i sabba organizzati dalla famiglia.

    - Quanto le hai dato di te?

    Veronica: Quando la storia stava prendendo corpo, non volevo ammettere che Liberty fosse la mia trasposizione letteraria, il mio alter ego. In realtà Liberty ha molte caratteristiche che possono essere comparate a me: per prima cosa i capelli rossi, poi la sua natura romantica, curiosa, il voler cercare l'inizio di tutto, facendo a volte i conti con l’amarezza della realtà. Ci accomuna la passione per l'ignoto e il mistero, il "lato oscuro", l'avventura. Unica differenza è il periodo storico e il fatto che forse lei è più coraggiosa nelle scelte.
    Lei è ciò che vorrei essere nell’epoca vittoriana, se fossi nata in quel periodo storico ovviamente.

    - Liberty fa parte della famiglia Catherwood, composta da streghe: quali sono le loro particolarità?

    Veronica: Ogni strega ha dei poteri magici che la caratterizzano. Moon, la zia più anziana, è un’esperta di pozioni ma ha un carattere lunatico, da qui il suo nome. Clò è la casalinga: svolge le faccende di casa, cucina, si occupa della serra, ha estro con le piante. Ninfadora, la più giovane, è brava con gli animali, perciò si cura di loro attingendo al suo potere, che li accumuna e avvicina. Cassandra, la moglie di zio Ichabod, è un'ottima indovina e da qui il suo carattere ansioso, scandito dalle sue visioni. Il marito, zio Ichabod, essendo un uomo, è l’unico a non avere poteri magici. Il potere di Liberty, invece, si scopre a mano a mano: lei riesce a vedere gli accadimenti durante i sogni o avendo delle visioni. Questo sarà importante nella trama.
    Per quanto riguarda il potere della sorellina Faith, sarà svelato a fine libro e non voglio sbilanciarmi.

    - Già dalla trama si legge che Liberty è figlia di un vampiro; ma, secondo te, come può un vampiro avere figli?

    Veronica: Questo è stato un punto cruciale e protagonista di controversie con chi mi ha aiutato nella realizzazione del libro. Mi sono informata su questo dibattito sempre acceso nei vari forum che parlano di vampiri: c'è chi si schiera pro e chi contro. Molti “esperti” del genere dicono che i vampiri possono creare discepoli solo attraverso il morso; non dispongono della facoltà di avere una progenie in modo naturale, essendo morti e quindi privi di vitalità, data solo dall'assunzione di sangue. Questa è la spiegazione scientifica, ma cosa hanno di accertato i vampiri? In molti altri libri, invece, questo processo è fattibile: possono procreare e un esempio ne sono i damphyr, metà vampiri e metà umani. I succubi o gli incubi sono un altro esempio.
    Sono dell'idea che sui vampiri non ci sia una scienza esatta, sono esseri leggendari, velati da un alone di mistero e con confini non precisi. Questa decisione è stata fatta anche per non avere la solita storia di vampiri e creare un essere un po' a sè stante.

    - Liberty ha mantenuto qualche caratteristica del padre oppure è una strega come tutte le altre?

    Veronica: Liberty è una strega buona, non ha ereditato i geni cattivi e vampirici. Ha sempre vissuto fino ai venti anni ignorando il suo dna immortale. L'unica caratteristica anomala sono gli occhi lilla, che però rimangono sempre tali e non è soggetta alla sete. E’ in tutto e per tutto un essere umano.

    - Il padre di Liberty, Samael, ha intenzione di distruggere la congrega delle streghe; perché vuole eliminare la famiglia della figlia?

    Veronica: Per una diatriba antichissima creatasi tra Samael e Arianrhad, l’antichissima nonna di Liberty. L'antagonista ha desideri di vendetta per un torto e una perdita subìti. Nei vari secoli ha sempre tentato di annientare l’anziana strega, invano. E tutto si è complicato quando Cerridween ha fatto la conoscenza di Samael, finendo poi in tragedia. Lei è il collegamento con le prostitute.
    La storia di famiglia è raccontata a bocconi dai vari protagonisti, fino ad arrivare alla verità.

    - Per creare il tuo vampiro hai tratto ispirazione da qualche altro suo celebre compagno?

    Veronica: Ho letto vari libri sui vampiri, appassionandomi ad alcuni personaggi, ma non credo che Samael, un essere antico smanioso di distruggere il popolo magico, sia stato descritto. Ad ogni modo, la sua cattiveria è data dalla dannazione e dalla sete di vendetta, gene presente in molti esseri immortali, ma comunque ho attinto solo dalla fantasia.

    - Come lo descriveresti ai nostri utenti?

    Veronica: Oltre al fatto di esser brutto e cattivo? Esteticamente ha lunghi capelli biondi chiari, occhi rossi cui non sfugge nulla. Porta un pastrano scuro e la sua camicia è perennemente coperta d sangue. E’ malvagio, perverso, assetato di sangue, di potere e controllo su tutti, ha come obiettivo la vendetta molto personale con Arianrhad, sua coetanea di vecchia data. E’ misterioso e rivela di sé solo ciò che vuole, per attirare chi desidera, per i suoi perversi scopi.

    - Hai scelto di dargli qualche potere particolare?

    Veronica: Ha un’efferatezza, forza, e velocità incredibili. Con un gesto della mano riesce a fermare gli attacchi dei protagonisti oppure ad annientarli squartandoli ferocemente. Riesce a mandare indietro i poteri di chi lo attacca, restituendo loro ciò che vogliono infliggergli. Sa dissolversi nella nebbia, è capace di rigenerare parti del corpo che gli mutilano. Sa manipolare le persone e riesce a entrare nella mente di chi vuole, tranne in quella della figlia e dei suoi discepoli. Questo perché una volta creato un suo seguace, il filo di connessione s'interrompe ed egli non può penetrare nella loro mente. Lo stesso avviene anche con la figlia, che non può rintracciare avendo il suo stesso sangue ed essendo una sua creatura. Può però entrare nei sogni della figlia, che lo vede a tratti e cerca di scovarlo, ma solo se egli vuole. Copre il suo vero aspetto con una sembianza quasi umana, ma in realtà è un mostro, che sfoggia la sua vera età e natura terrificante.

    - Come la paternità di Liberty, anche quella di Samael è particolare; come la spieghi?

    Veronica: La paternità di Samael vuole spiegare l'origine dei vampiri, la loro creazione, l'inizio. Fin dall'antichità, il vampiro è una figura malvagia, demoniaca e sotto molti aspetti legata all’uomo: hanno sembianze umane ma poteri straordinari, come forza, velocità, resistenza, immortalità.
    Per la loro iniziazione ho cercato varie notizie sulle loro prime apparizioni e il vampiro è una figura temuta da tempi remoti, quando si temeva che un morto si potesse risvegliare e portare terrore tra i vivi. Da qui il demone, essere immortale da sempre temuto poiché collegato al Demonio, (angelo rinnegato da Dio) può creare i vampiri servendosi del corpo umano. Il vampiro è una figura perfetta, che amalgama la bellezza umana e il potere “divino”. Il vampiro è una possessione demoniaca dell’uomo.

    - Samael nasce da Azrael, che è noto nella cultura islamica come “Angelo della Morte”, mentre in quella cristiana egli è l’”Angelo della Legge”; hai scelto di rifarti ad una di queste due tradizioni?

    Veronica: Il demone Azrael, dopo vari studi, è stato attinto dalla figura islamica, come angelo che ha la conoscenza dei vivi e dei morti, che segna sul suo libro. Nella mia versione è un demone antico e cattivo e attinge dalla versione islamica, molto più apocalittica e legata alla fine dei tempi. Queste scelte, di tipo teologico, sono state fatte perché la religione è in noi fin dai tempi dei tempi, è qualcosa che risiede nell’essere umano da sempre. Da questo, però, la mia versione storico-religiosa non vuole ledere in nessun modo chi è credente ma solo attingere da personaggi biblici che apprezzo, seppur non vi creda.

    - Ricapitolando, hai trattato di streghe, vampiri e demoni, anche se Azrael comparirà nel tuo secondo libro; come mai questa scelta?

    Veronica: Per dare una valenza storica, una cronologia alla storia vampirica, dando spiegazioni di come siano stati creati e altre nozioni sulla famiglia Catherwod ho aggiunto la figura di Azrael. E’ un demone antico che ha creato Samael. Il demone, quindi, è l’avo di Liberty, ed ha anche lui drle ragioni per tentare di far del male al popolo magico. Inoltre volevo allargare gli orizzonti e le possibilità di sviluppo della trama, non concentrandomi solo sui vampiri, ma integrando un tessuto di personaggi vario, per rendere l’opera più interessante.

    - Hai inserito altre creature soprannaturali nel libro?

    Veronica: All’inizio volevo creare un nemico di tipo mannaro, oltre a Jack lo Squartatore, ma poi ho considerato che vi erano troppe similitudini con altri libri e volevo creare una storia originale, che poteva essere contestualizzata nella città di Londra. Quindi ho scartato definitivamente come idea il lupo mannaro e mi sono concentrata sull'aspetto magico, leggendario, storico. Nel secondo libro vi saranno delle fate e spiegheranno l’origine magica dei maghi e delle streghe e il loro passato.

    - Tornando ai vampiri, in “Samael Lo Squartatore” viene presentato anche Ezechiel, un vampiro che sembra essere molto legato a Liberty e che, contrariamente a Samael, pare schierarsi dalla parte dei “buoni”; è realmente così?

    Veronica: Lui è ciò che si vorrebbe avere o perlomeno incarna il mio stereotipo: un essere bello, immortale ma con un'anima e quindi capacità di giudizio e di comprensione di cosa sia bene o male. Lui è stato creato da un'essere malvagio, contro la sua volontà e quindi combatterà questo. E’ buono e onesto, una rarità tra i vampiri, ha anch'egli un lato oscuro, ma sarà messo a nudo solo nel secondo libro.

    - Ci parleresti un po' di questo personaggio?

    Veronica: Ezechiel ha lunghi capelli rossi che porta sciolti. Ha occhi violacei, bei lineamenti e atteggiamenti antiquati. Ha oltre 200 anni, è stato creato nel 1645 e quindi molte volte ha comportamenti adatti a quel periodo. E’ di bell'aspetto, affascinante, riservato e schivo, ha un carattere buono, gentile, comprensivo, ed è raro che si inneschi in lui la rabbia, è misterioso, cosa data dalla sua natura immortale, che però non ama. Preferisce le feste, soprattutto in maschera. Non disprezza gli umani come il cattivo, invidia però la loto natura mortale, della quale lui è stato privat. Ha una natura quieta, da cui compaiono sentimenti molto umani. Non s'imporrà mai come presenza ma, con i suoi modi sempre gentili, aiuterà la protagonista nel suo arduo compito, rivelandogli la sua vera origine.

    - Come mai hai scelto di creare due tipologie distinte di vampiro, almeno per quanto riguarda la malvagità?

    Veronica: In ognuno di noi c’è il bene e il male, sta poi a noi scegliere da quale parte stare. Samael ha scelto la via oscura, è l'essenza della malvagità e perversione. Ezechiel neé è stato catturato, ma si è sempre rifiutato di varcare la soglia ed è rimasto schierato con i mortali, cui è legatissimo. In fondo tutti siamo attratti dall'oscurità, ma c'è chi la genera, anche tra le persone, e la lotta tra bene e male è un arcano antico.

    - Come accade per Azrael, anche i nomi dei due vampiri sono legati alla religione, infatti Ezechiel è un profeta, mentre Samael è un angelo ebraico il cui nome significa “castigo di Dio”, e che nella cultura cristiana viene spesso associato a Lucifero. È un fatto casuale oppure hai scelto appositamente questi nomi?

    Veronica: I nomi sono tutti frutto di ricerche in campo religioso, quindi ogni personaggio ha un nome con un significato particolare. Il nome Samael è stato scelto appunto per la sua associazione all’angelo punitore, comportamento che ha anche il personaggio. Ad ogni modo, anche alcuni nomi di streghe hanno un significato, sono associati a divinità celtiche, come le origini della famiglia. Arianrhad, per esempio, è una divinità celtica iniziatrice e signora del destino. La madre di Liberty, Cerridween, è la dea del calderone della saggezza, simbolo di vita e morte. Invece la protagonista ha come nome Libertà, che esprime molte cose. Il nome della sorella Faith invece significa destino, ha un significato particolare nella trama.

    - Sono presenti altri vampiri nel libro? Se sì, che caratteristiche hanno e chi spalleggiano?

    Veronica: Ci sono altri quattro vampiri che sostengono il criminale. Sono Cassiel, Anael, Uriel e Michel. Hanno poco di umano e appaiono come statue immobili, innaturali, diversamente da Samael che è più attivo nella storia. Alcuni hanno capelli biondi e altri scuri, con occhi rossi e assetati di sangue. Uriel ha una voce spezzata, simile a un rantolo, Cassiel è veloce, Anael sa spezzare le ossa umane con il suo potere, Michel riesce a creare tagli alle sue vittime col pensiero.

    - Come si comportano i tuoi vampiri nei confronti degli essere umani?

    Veronica: Come detto prima, sono divisi in buoni e cattivi: quelli malvagi sono efferati, non si attaccano tra loro poichè uniti da un patto di sangue. Samael è il master dei vampiri inglesi e li riunisce tutti, tenendoli sotto il suo giogo. Egli tenta di sottometterli e avere il controllo sugli umani. Quelli buoni sono esseri solitari, generalmente adorano la compagnia dell’uomo, si nutrono di loro legandosi a essi e soffrendo per la loro perdita. Ezechiel, per esempio, invidia la loro natura mortale, ma ne è affascinato ed era legato a un'umana e rincarna questo prototipo. Hanno quindi un'anima e sentimenti umani.

    - Nel crearli hai scelto di attenerti alla tradizione oppure hai inserito qualche elemento nuovo?

    Veronica: Hanno un corpo dall’aspetto umano ma freddo e rigido se non alimentato dal sangue, unghie e capelli continuano a crescere durante il riposo diurno. Hanno pelle sottile e diafana, da cui spiccano le vene. Sono affascinanti e alcuni attraenti agli occhi delle persone. Non respirano e si auto-guariscono da lesioni. Si addormentano durante le ore diurne per riposare, ma come in molti libri, i vampiri più antichi possono camminare di giorno. Rifuggono dalla luce solare e dal fuoco, per loro letale. La croce può fermarli solo se ha un significato forte per chi la impone. Creano altri vampiri attraverso il risucchio del sangue umano e il dono del loro demoniaco. Bevono solo sangue umano, i vampiri della storia hanno occhi lilla se si sono dissetati e rossi se invece ne sono in cerca. Le differenze sostanziali dai vampiri tradizionali sono l’aglio, che non fa loro nessun effetto; si specchiano come le persone normali (sono corpi sospesi nella morte e quindi con un corpo reale, mosso da qualcosa di demoniaco), non hanno bisogno di essere invitati nelle case, perché non c'è niente che li possa fermare. Solo la luce solare e il fuoco possono distruggerli definitivamente, ogni altra cosa, come paletti, croci, aglio, sono solo metodi temporanei. Possono procreare figli con donne umane, hanno sentimenti umani e rapporti affettivi con i mortali.

    - Hai magari tratto ispirazione da qualche persona che conosci per caratterizzarli, o per creare altre figure?

    Veronica: I vampiri sono caratterizzati da persone reali, ma solo per il loro aspetto fisico. Per Samael ho attinto alla fisiologia di Marco Hietala, bassista del gruppo finlandese Nightwish. Ezechiel, invece, ha le fattezze di Juha Kylmänen, cantante dei For My Pain e dei Reflexion, band anch’esse finniche. Questo è stato fatto anche per creare le illustrazioni che li ritraevano, ma il loro carattere è solo frutto della mia fantasia.

    - Tra tutti i personaggi, qual è stato quello più difficile da creare?

    Veronica: I più difficili sono stati Samael e Arianrhad, personaggi antitetici legati profondamente da molti segreti e quindi una storia in comune. Anche la storia di Cerridween è stata faticosa da scrivere, per riuscire a unire tutti i pezzi del puzzle. Ho riscontrato alcuni problemi anche con i poteri magici di Faith e cercare di dargli un'utilità. Liberty invece è quella che esprime più emozioni e darle un volto è stato faticoso, perché è una parte di me ed è stato come dover decidere che volto darmi.

    - E quello a cui sei più legata?

    Veronica: Sicuramente Liberty, personaggio principale in cui mi rispecchio e di cui vorrei, in altri libri, svelare molte più cose, su di lei, sulla sua natura e sui suoi sentimenti. Vi sono anche quattro personaggi secondari cui sono molto legata: Raphael, Martha, Fear ed Eleni. Essi portano i nomi (ovviamente trasposizioni inglesi) di quattro persone cui tengo moltissimo e che ritengo veri amici.

    - Hai inserito una storia d’amore nel libro? Perché?

    Veronica: Si, perché una storia d'amore tra un vampiro e un'umana mi ha sempre affascinato, leggendo vari libri che ne parlavano. E da lì volevo raccontarla a mio modo.
    Fin da subito, ho pensato di intrecciare la vita di Liberty, la protagonista, con un vampiro affascinante, Ezechiel, che darà risposte a ciò che la strega cerca.
    Credo inoltre che un libro con una storia d'amore lo completi e lo renda molto più interessante.

    - Come mai hai scelto di scrivere “sole” 132 pagine?

    Veronica: Purtroppo il progetto iniziale per la scuola non prevedeva molte pagine e sono stata costretta a condensare la storia. L'ho comunque modificata aggiungendo particolari e vicende in un secondo momento, senza cadere nel superfluo, ma raccontando solo ciò che mi stava a cuore. Era anche il mio primo libro e non sapevo che riscontro avrebbe avuto sui lettori. Il prossimo libro presenterà molti più fatti e spiegazioni e sono propensa a scrivere più pagine al riguardo.

    - “Samael Lo Squartatore” è il tuo primo libro, ma stai già ultimando “Azrael Il Demone”; quanti libri vorresti scrivere su Liberty?

    Veronica: Ho varie idee riguardo ai seguiti di Samael. Azrael ne sarà il continuo, ma un altro libro proseguirà le vicende della famiglia Catherwood con nuovi personaggi. Ho sempre ammirato la saga della Rice e il suo raccontare le avventure di Lestat nelle varie epoche fino ad arrivare ai nostri giorni con svariati libri, ognuno dei quali ha un nuovo criminale o essere che si scontra con il personaggio principale. Credo che questo tipo di approccio letterario con varie ambientazioni, eventi, possa raccontare maggiormente avvenimenti e dare un quadro della situazione più ampio, dando spazio a molte strade di percorso del racconto. Ecco, quello che vorrei prefissarmi è questo, creare dei libri che si sviluppano in vari periodi, ognuno dei quali con un nuovo intreccio di trame e personaggi, sia cattivi, che buoni.

    - Puoi darci qualche anticipazione?

    Veronica: "Azrael Il Demone" si svolge tredici anni dopo aver lasciato i protagonisti di "Samael Lo Squartatore", la protagonista nei primi capitoli sarà assente, ma una decisione presa dai personaggi secondari la farà ricapitare nella storia, stravolgendo l'esito finale del libro precedente, con conseguenze dannose e drammatiche.
    Ciò che posso dire, senza rivelare nulla sulla conclusione di "Samael Lo Squartatore", è che il secondo libro sarà una rivisitazione del finale del primo, un cambiamento dei fatti temporali: ciò che è successo verrà deformato con lo scambio delle azioni dei personaggi, cosa che condurrà alla trama e alla ricerca di risolvere il nuovo enigma che Azrael ha scatenato. Inoltre vi saranno nuovi personaggi, anche facenti parte della famiglia Catherwood.

    - Molti libri vengono trasposti su pellicola: se te lo proponessero, tu accetteresti?

    Veronica: Non posso negare che se mi fosse proposto di rendere il libro un film ne sarei felice. Mi sentirei onorata di avere questo privilegio. Oltretutto, credo che un romanzo trasposto in film lo consacri e lo renda famoso, per non parlare del fatto che la storia prenderebbe una consistenza concreta, non più un sogno o un'immaginazione del lettore data da parole ma una sequenza d'immagini, suoni e sensazioni reali, tangibili.

    - Ipotizzando che ti lasciassero scegliere regista, attori e musiche, per chi e cosa opteresti?

    Veronica: Una domanda che mi sono posta fantasticando su questa possibilità. Tralasciando che James Cameron sia il mio regista preferito, non abbia mai trattato di vampiri e non so se ne sia attratto, ma se così fosse, mi sentirei onorata e orgogliosa di poter lavorare con un artista come lui. Ad ogni modo, un regista che tratta temi paranormali e che stimo molto è J.J. Abrams, creatore di telefilm come Lost e Fringe. Per le musiche ricorrerei a maestri come James Horner (Titanic, Avatar, Apollo 13, Casper, Braveheart, Deep Impact, La Maschera di Zorro) o Hans Zimmer (Pearl Harbor, Il gladiatore, Pirati dei Caraibi, Inception, Rain man, L’ultimo Samurai). Invece, per quanto riguarda gli attori, non avrei un'idea precisa e lascerei la decisione al casting e al regista. Dovrebbero comunque rispecchiare le caratteristiche degli interpreti descritti nel romanzo. Infatti, credo nella fedeltà della trasposizione cinematografica rispetto a quella letteraria.

    - Come in ogni intervista, spostiamoci dal libro all’autrice: come è nata in te la passione per la scrittura?

    Veronica: Fin da quando frequentavo le scuole elementari, mi è sempre piaciuto scrivere, sono una persona tra le nuvole, che spesso fantastica inventando storie e dopo un certo periodo arriva la voglia di trascrivere queste fantasie in modo da imprimerle.
    Questa passione di scrivere mi è stata tramandata dalla mia insegnante di lingua delle Elementari, Anna, che incitava gli alunni ad aprire le porte alla fantasia scrivendo storielle. Purtroppo questi vecchi temi o favole non li posso ritrovare, ma da quanto ricordo mi è sempre piaciuto poter scarabocchiare qualcosa di mio, attingendo alla fantasia.
    Anche i libri hanno contribuito ad aumentare questa voglia di stendere su carta i miei pensieri: Anne Frank con la sua esigenza di raccontare al mondo gli accadimenti drammatici è stato sicuramente un esempio che mi ha colpito. Lei, infatti, voleva lasciare ai posteri il segno della sua esistenza trasmettendolo attraverso il suo diario. Per me scrivere è voler dare un pezzo di sé, dei propri sentimenti, agli altri, attraverso le parole di un libro, che sono una fonte di saggezza. E’ stupendo finire un libro e rimuginare sui significati che esso può aver trasmesso. Un'altra mentore è stata Josephine March, personaggio letterario di Louisa May Alcott in “Piccole Donne”. Jo è una ragazza cui piaceva scrivere raccontando avvenimenti fantastici o episodi successi alla sua bellissima famiglia. Mi ha sempre affascinato come personaggio ed è stata per me una fonte d'ispirazione. Come scrittrici o scrittori che hanno ispirato in me la voglia di scrivere ci sono J.K. Rowling, Laurell K. Hamilton, Coleen Gleeson, Anne Rice. Lo scrittore che prediligo è Stephen King, ma lui ha un modo di ragionare e stendere libri a sé, così originale e geniale che posso solo ammirare, ma è difficile prenderne spunto e non voglio nemmeno.

    - E per i vampiri e le altre creature soprannaturali?

    Veronica: La figura del vampiro mi ha da sempre affascinata, ma posso collegare l'inizio di questa passione al telefilm Buffy The Vampire Slayer, che mi ha iniziato al mondo degli immortali. Il resto è derivato dalla mia curiosità e voglia di conoscere.
    Di loro mi piace il loro fascino diabolico, la loro perversione a volte mitigata dal voler a tutti i costi esser ancora umani e provare come loro emozioni. Poi certo dipende dalle letture che si fanno e da come si pensa sia un vampiro.

    - È stato difficile per te trovare un editore disposto a pubblicare?

    Veronica: Purtroppo devo ammetter di sì, non mi è stato facile, è un mondo un po' a sé e competitivo oltre che esigente.

    - Cosa pensi del mondo editoriale italiano?

    Veronica: Che culturalmente, oltre al mondo vampirico, debba ancora crescere maggiormente e che dovrebbe lasciar più spazio ai giovani emergenti.

    - Hai qualche consiglio da dare a chi, come te, vorrebbe intraprendere la strada della scrittura?

    Veronica: Di essere sempre curiosi, cercare ciò che non si conosce e allargare i propri orizzonti. E quando l'ispirazione non viene di lasciare che il tempo faccia la sua parte. Scrivere è come fare il vino: ci vuole tempo e pazienza, il vino deve decantare.

    - Infine, vorresti ringraziare qualcuno?

    Veronica: Sì, la mia famiglia, per avermi supportato nella realizzazione del libro. I miei amici, che mi hanno sostenuto moralmente e mi hanno spronato a non demordere quando pensavo di non farcela, di non riuscire a realizzare questo sogno; sono stati i primi a leggere la bozza e quindi sono stati i primi lettori, il loro giudizio è stato importante.
    La musica, che mi ha sempre accompagnata e tuttora mi guida quando scrivo. Ringrazio anche chi non ha creduto in me, chi mi ha fatto sentire una nullità. Mi hanno dato la forza di dire: non cedo.

    - Ti ringrazio a nome di tutto il Damned Soul per averci concesso l'intervista, e ti auguro buona fortuna per il proseguimento della tua carriera letteraria.

    Veronica: Ringrazio te e il forum per questa possibilità e tutti gli utenti.

    Creative Commons License
    Intervista a cura di MournfulCreatureOfTheDark. Questa intervista è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons. © Ringraziamo Veronica Ferrari per averci concesso l'intervista. E' vietato riprodurre quest'ultima senza il consenso dell'intervistato e dell'autore. Damned Soul
     
    .
  2. Maemi
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Grazie per l'interessante intervista sia a Lily che all'autrice che ci ha fatto conosce meglio il suo libro.
    Mi piace il soggetto, anche perché mi ha sempre affascinato la vicenda di jack lo squartatore, e trovo interessante anche l'utilizzo del personaggio per una storia fantasy, in effetti si è sempre detto e scritto tanto ma non si è saputo chi realmente ci fosse dietro la sua figura, quindi trovo che si presti anche nella creazione di storie fantasy.
    Quindi grazie per l'idea e ora non ci resta altro che leggere il libro :)
     
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    105,641
    Bites
    0

    Status
    Anonymous
    Grazie a voi. Mi fa piacere che possa interessare.
    Se avete domande etc, anche come reperirlo, fate pure.
     
    .
  4. .Arya
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    E' stata una delle più interessanti interviste che ho letto, davvero una base originale e l'idea mi intriga *__* Mi trovo d'accordo su molte cose che hai detto, in particolare sull'editoria :asd: Ancora complimenti *W*
     
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    105,641
    Bites
    0

    Status
    Anonymous
    Grazie Arya, mi fa davvero piacere.
     
    .
4 replies since 10/10/2011, 20:30   196 views
  Share  
.