Intervista esclusiva a Margaret Gaiottina

Autrice de La Sedicesima Notte

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    Intervista a cura di MournfulCreatureOfTheDark

    Innanzitutto, ti ringrazio a nome di tutti gli utenti del Damned Soul per la disponibilità concessaci. Per iniziare, vorresti presentarti ai nostri utenti?

    Eccomi qui, grazie a voi per l’ospitalità! Mi chiamo Margaret Gaiottina, ho 36 anni vivo a Roma ormai da sei anni, dopo una parentesi di vita siciliana durata quasi un decennio.

    - Tu fai parte della “Bloody Roses Secret Society”: ti va di parlare di questo progetto, di dove e come è nato, di com’è organizzato, del perché abbia scelto come soggetto letterario il vampiro?

    La Bloody Roses Secret Society nasce ovviamente nella rete dall’incontro di un gruppo di ragazze (e con questa denominazione ci metto dentro le donne di ogni età!) che ha voluto unirsi per cercare quel qualcosa in più che renda diverso un romanzo di successo da un romanzo e basta. Ci sono delle Bloody senior, delle altre che hanno lasciato il gruppo, altre ancora che si vanno aggiungendo a mano a mano. Insomma, è un gruppo che continua a prendere forma. Il più delle volte, nei vari forum, le storie pubblicate ricevono commenti scontati e non costruttivi: per tirar fuori un prodotto valido occorre qualcuno che ti dia un’opinione vera e le Bloody cercano di fare proprio questo.
    Il vampiro ha vissuto un periodo di grande splendore negli ultimi due anni e anche noi ne siamo state inevitabilmente catturate, prima come lettrici e poi come scrittrici.

    - Quanto ti ha aiutato la Bloody Roses Secret Society nell’intraprendere la tua carriera di scrittrice?

    E’ nato tutto da lì, attraverso il gruppo delle Bloody ho conosciuto il mio editore che ha voluto darmi un’opportunità. Riconosco senza alcuna difficoltà che se non ci fosse stato un mezzo come internet e avessi dovuto inviare tradizionalmente il mio lavoro ad una casa editrice, non sarei approdata da nessuna parte.

    - Come mai avete deciso di far vertere tutti gli avvenimenti della saga dei “Vampiri Con gli Occhi Viola” attorno ad una profetica pergamena?

    In realtà noi autrici della saga avevamo bisogno di una pietra miliare intorno a cui girasse tutto il sistema che avevamo costruito, e Violet Folgorata ha avuto l’idea di questa antica profezia di cui il vampiro Cosmo dei Caldei parla all’amico Somerset Blake e che rivela la figura fantastica della figlia di Zoroastro, colei che libererà il regno dei vampiri dal gioco della perfida Lenith.

    - Come si struttura l’intera serie?

    La serie dei “Vampiri dagli occhi viola” ha un ordine di pubblicazione ma anche un ordine cronologico di svolgimento dei fatti. “La sedicesima notte” è il primo libro uscito, poi è seguito “Moonlight rainbow”, quindi “Raining stars”. A seguire, chiudono il ciclo “ In un a gelida rosa” e “L’alba della chimera”.
    In realtà questi libri possono essere benissimo letti in qualsiasi ordine si voglia, in quanto trattano degli stessi personaggi ma non sono affatto l’uno il seguito dell’altro. Pertanto, se decidesse di leggerne uno a caso, il lettore di orienterebbe nello svolgersi degli avvenimenti senza alcuna difficoltà.

    - Parliamo ora delle tue opere. Il tuo primo libro ad essere pubblicato è stato “La Sedicesima Notte”. Come lo descriveresti a chi non ne ha mai sentito parlare?

    “La sedicesima notte” è un romanzo molto passionale, da consigliare a chi ama il fascino erotico del vampiro. Essendo un’opera prima ha pregi e difetti che io stessa per prima le riconosco, ma è stato per me un grande e utile strumento per imparare. Ritengo che come romanzo possa essere maggiormente apprezzato da un pubblico giovane, perlopiù adolescenziale vista l’intensità dei sentimenti e degli stati d’animo dei personaggi.

    - Cosa pensi possa avere di nuovo, di diverso, d’innovativo rispetto ai libri già scritti sui vampiri?

    Veramente non saprei dirlo. Di sicuro ogni scrittore mette del suo in ciò che fa, quindi i miei vampiri devono per forza essere diversi dagli altri in quanto risentono dell’influenza della mia personalità e dei miei stati d’animo Senza dubbio il risultato che ho ottenuto nasce da ciò che in un preciso momento della vita avrei voluto leggere e che ho sentito il bisogno di raccontare. Direi che i vampiri di cui ho scritto cristallizzino un momento preciso della mia esitenza.

    - Da dove è nata l’idea?

    Come ho ammesso parecchie volte, il mio scrivere è iniziato con una fanfiction, Da lì è partita la rielaborazione e il lavoro di romanzo, dal momento che le esigenze dell’una e dell’altro genere sono nettamente diverse, così come i tempi della narrazione. Inoltre, i personaggi usati nel romanzo dovevano essere assolutamente originali, e anche lì io e Violet Folgorata abbiamo dato sfogo alla nostra immaginazione e ai nostri desideri.
    Mentre all’inizio questo salto di qualità mi metteva un po’ paura, poi ha finito per darmi enorme soddisfazione.

    - Cos’hanno di diverso i tuoi vampiri rispetto alla tradizione?

    Credo che i vampiri Rochester abbiano una coscienza più umana rispetto ai vampiri tradizionali. Vivono in profondità il senso di separazione tra ciò che sono e ciò che vorrebbero essere, a volte anche con sofferenza direi.

    - A chi ti sei ispirata per i tuoi personaggi, a qualche scrittore, a qualche persona che conosci?

    Non sarei onesta se non dicessi che la lettura della Meyer all’inizio mi ha presa molto. Ma poi sono andata oltre, scoprendo un genere tutto mio, personalizzato direi, creandoun mondo di personaggi ritagliato sulla mia sensibilità ed esigenze emotive.

    - Quanto hanno di te?

    Eh eh questa è una bella domanda: direi parecchio. I miei personaggi hanno avuto i miei stati d’animo e i miei desideri, senza dubbio, magari mescolati e distribuiti, un po’ a uno e un po’ a all’ altro. Ma ci sono senza dubbio, ritrovo molto di me disseminato qua e là, a volte consapevolmente a volte meno.

    - Nella quarta di copertina si parla di un personaggio in preda a delle “brucianti crisi di coscienza”: perchè il vampiro ne soffre?

    Come dicevo prima, i Vampiri Rochester hanno una coscienza molto “sviluppata” soffrono molto, amano con intensità. Il fatto che il protagonista maschile, Ethan, sia un vampiro con tutto ciò che di pericoloso e tenebroso derivi da questa condizione e che sposi Elisabeth, che invece vampiro non è…beh questo non lo fa stare completamente rilassato direi! Ethan soffre per la sua natura, senza poter far nulla per cambiarla e consapevole che è anch’essa che attira inevitabilmente Elisabeth a lui.

    - Sempre stando a quanto riporta la quarta di copertina, non si menziona il luogo dove si svolge l’azione: dov’è quindi ambientato il romanzo?

    I Rochester vivono nella tenuta di Rochester manor, a Forres, Scozia.

    - Perché questa scelta?

    Le atmosfere scozzesi sono secondo me l’ideale per descrivere i vampiri e gli amori romantici; sono magiche e io la ho amate in tanti romanzi.

    - Ci presenteresti anche il tuo secondo libro, “L’alba della Chimera”?

    “L’alba della chimera”, sempre edito da Mamma Editori, è uscito ad ottobre 2010 e vede per protagonisti di nuovo i vampiri Rochester. Stavolta però l’attenzione è tutta puntata sui due giovani, Matthew e Christabel, che scoprono come crescendo i sentimenti possano cambiare e il fatto di essere stati fino a quel momento come fratelli possa trasformarsi ad un certo punto della vita in una realtà diversa.

    - Come si lega al precedente e agli altri della Bloody Roses Secret Society?

    Cosa alquanto curiosa della saga dei “Vampiri dagli occhi viola” è che i fatti narrati in “L’ alba della chimera” si svolgono in contemporanea a quelli descritti in “In una gelida rosa” di V. Folgorata. Ovviamente nei due libri l’attenzione è focalizzata su personaggi e avvenimenti diversi, ma l’effetto di leggerli uno di seguito all’altro è davvero sorprendente e piacevole.

    - Chi ti ha ispirato questa volta?

    Descrivere i fatti che avvengono nella Chimera è stato qualcosa di assolutamente naturale : era quasi consequenziale che il rapporto tra Matthew e Christabel dovesse evolversi in qualche modo rispetto alle premesse poste in “La sedicesima notte”, almeno nel mio schema mentale!

    - Nella quarta di copertina i protagonisti vengono solo abbozzati; ce li descriveresti in maniera più ampia?

    Matthew è un giovane vampiro mutaforma tessalo che può diventare in qualsiasi momento l’animale che desidera. Pur non essendo un vero Rochester, vive con loro come un familiare a Rochester manor, in Scozia, ma il richiamo della Grecia in lui è fortissimo. Christabel è la figlia di Pamela e Tristan, adottata e sieropositiva fin dalla nascita. La vita di entrambi i giovani e dei familiari che li circondano sembra scorrere tranquilla fino a quando qualcosa nel corpo di Chris cambia e gli eventi del romanzo prendono una piega inaspettata.

    - Come mai l’ambientazione si sposta in Tessaglia?

    Il tema del viaggio è molto evocativo, si tratta per Mathhew del ritorno nella sua terra dove lui può essere davvero se stesso. Non più imbrigliato nella vita scozzese, diventa il vampiro che è in realtà da sempre, più solare, più forte, più vero.

    - Esiste un personaggio della serie che ami più di altri, una sorta di tuo preferito? Se sì, chi è e perchè?

    I preferiti ci sono sempre, credo. I miei in realtà sono due, Ethan e Matthew, ognuno dei quali occupa un posto particolare nel mio cuore per il semplice motivo che non posso scrivere dei miei personaggi senza prima pensarli ed amarli e quando ami, qualcosa ti rimane sempre nel cuore.

    - Ci puoi anticipare qualcosa sul tuo prossimo libro?

    In realtà ci sono un paio di progetti in fase di definizione e non so su quale di due cadrà la scelta sia mia che dell’editore. Per scaramanzia sto zitta!

    - Quand’è nata in te la passione per la scrittura? E per i vampiri?

    Devo essere sincera, tutto ciò che ho scritto l’ho sempre messo nero su bianco solo per me, mai pensando che potesse essere destinato ad un pubblico. Quando ho scoperto che invece potevo buttarmi anche in quest’ avventura, ho iniziato ad applicarmi e studiare perché scrivere non è qualcosa che si può improvvisare, richiede talvolta la sottomissione parte dell’istinto o ispirazione, chiamiamola come vogliamo, a delle regole ben precise.

    - Come avviene in te il processo creativo? Mentre scrivi ascolti musica, cammini in giro per la stanza, hai altre abitudini?

    La parte più creativa della realizzazione di un romanzo si concretizza nel momento della stesura della trama, se pur a grandi linee. Poi, in genere cerco di ricavare con grande fatica degli spazi per la scrittura, cosa che faccio specialmente di sera tardi o di notte, non solo perché è il momento che i vampiri preferiscono (fatemela passare questa!) ma anche perchè c’è una tranquillità che di giorno manca del tutto.

    - Quando scrivi, t’ispiri anche a fatti personali, a vicende realmente accadute, o è tutto frutto della fantasia?

    I fatti raccontati sono tutti fantastici ovviamente ma gli stati d’animo quelli no, come dicevo va a finire che un po’ del mio lo regalo a vari personaggi. Credo che sia ineluttabile e nello stesso tempo molto terapeutico per lo scrittore.

    - Oltre ai romanzi per la Bloody Roses Secret Society hai scritto altro?

    No, in realtà non ho mai pensato di scrivere qualcosa prima di iniziare il viaggio con il gruppo delle Bloody.

    - Se ti proponessero ti trasportare su pellicola “La Sedicesima Notte” o “L’Alba della Chimera” accetteresti? Se sì, che attori sceglieresti e perché?

    Se questo sogno si avverasse mi piacerebbe molto che il volto di Ethan fosse quello di Josh Artnett e quello di Matthew…non saprei per Matthew. Riesco a visualizzarlo bene nella mia mente ma non immagino nessun attore con il suo volto. Dovrebbe trattarsi di un ragazzo alto, bruno, dalle spalle larghe, dai denti bianchi e perfettamente allineati. Ma importante dovrebbero essere gli occhi. Matthew dovrebbe avere uno sguardo antico in un viso da ragazzo.

    - Hai dei consigli per chi, come te, vuole intraprendere la via della scrittura?

    Ho pochi consigli da elargire perché io stessa faccio fatica a prenderne! A parte gli scherzi, l’unica cosa che davvero mi sento di suggerire ai miei giovani colleghi è di saper attingere dalle critiche. Sono di indole permalosa e all’inizio prendevo a male ogni recensione che non fosse positiva. Poi ho imparato a sfruttare questa ricchezza per ciò che è, perché è molto più utile il commento di chi ti fa rilevare un difetto, di quello che non lo fa magari per non urtare la sensibilità dello scrittore. Le Bloody servono proprio a questo, cerchiamo di dirci sempre tutto ciò che è necessario nell’ottica del miglioramento continuo.

    - Infine, c’è qualcuno in particolare che vuoi ringraziare?

    Vorrei ringraziare la persona che mi aiuta a dare un senso compiuto alle trame e quella che supervisiona la mia punteggiatura. Ovviamente la Mamma Editori che pubblica i romanzi che ritiene validi senza chiedere alcun contributo economico, cosa oggi molto rara e ammirevole.

    Un grazie a nome di tutto il Damned Soul e un augurio per i tuoi progetti futuri!

    E' possibile fare altre domande all'autore, in questo modo:

    CODICE
    @ <b>Domanda</b>



    Creative Commons License
    Questa intervista è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons. © Ringraziamo Margaret Gaiottina per averci concesso l'intervista. E' vietato riprodurre quest'ultima senza il consenso dell'intervistato e dell'autore. Damned Soul


    Edited by ^MiSa^ - 17/1/2011, 13:03
     
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  2. mandar
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    bellissima intervista, brave! E' venuta fuori la complessità della personalità di Gaia.
     
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  3. airali^^
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    Complimenti davvero!!! Vi invidio tanto, perchè siete riuscite ad essere abbastanza costanti da arrivare a questo punto. Bella l'intervista, apprezzo molto quando si percepisce che l'intervistato si apre e risponde con entusiasmo alle domande, come è successo a me con Giusy e a Lily con Margaret. Amo portare avanti il DS anche per queste soddisfazioni!
     
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  4. Estrangela
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    Mi ha molto colpito la domanda sulla trasposizione cinematografica della storia, è una domanda che non si vede fare mai agli scrittori quando invece sicuramente durante la stesura gli autori debono accarezzare l'idea della riduzione su pellicola e sicuramente fantasticano su registi e personaggi!
    Risposte profonde però Gaiottina poteva entrare più nello specifico sui personaggi!!! Comunque sono d'accordo con Ayrali, si sente che lo scrittore si è aperto con molta onestà.
     
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3 replies since 16/1/2011, 17:36   149 views
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