Il Nachzehrer, vampiro di Venezia

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    Il Nachzehrer, vampiro di Venezia

    La Peste Nera (chiamata anche Grande Morte o Morte Nera) flagellò Venezia diverse volte, una delle quali nel periodo 1575-1577, uccidendo circa un terzo della popolazione.
    Uno scavo archeologico condotto tra il 2006 e il 2008 nell'isola del Lazzaretto Nuovo ha riportato alla luce i corpi delle vittime della terribile epidemia del 1575. In quest'area venivano ammassati i cadaveri per evitare la diffusione del contagio.
    Tra i tanti resti venne trovato un cadavere molto particolare, con un mattone infilato a forza nella bocca, che gli aveva spaccato denti e mascelle, e con il resto del corpo intatto dalla cassa toracica in giù.

    Si trattò probabilmente di un rituale atto a bloccare l'azione nefasta di un Nachzehrer, un vampiro.
    Conosciuto anche come il masticatore di sudario o divoratore della notte, il Nachzehrer, strumento del demonio, veniva considerato causa della diffusione della pestilenza che a intervalli di tempo di 10-15 anni l'una dall'altra ha decimato la popolazione europea tra il 1300 e il 1600.
    Matteo Borrini, antropologo dell'Università di Firenze, fece diverse ricerche alla biblioteca Medioevale, trovando interessanti volumi, uno dei quali intitolato il "Trattato sulla masticazione dei morti" che descriveva i metodi possibili per riconoscere ed eliminare un vampiro.
    Le leggende, alimentate dalla paura del contagio, descrivono i vampiri (termine che entrò in uso solo nel 18° secolo) come "morti che camminano", non bevitori di sangue ma divoratori, un po come gli zombi.

    Sul libro succitato, Matteo Borrini trovò un appunto sul Nachzehrer, nato da una leggenda polacca che descrive l'essere demoniaco come originato dalla morte durante il parto di un bambino, soffocato dal suo cordone ombelicale, o la morte di una donna per annegamento. Gli esseri generati in questi modi non si sarebbero trasformati subito in vampiri ma sarebbero rimasti sospesi in un limbo tra la forma umana e quella vampiresca, bloccati nelle loro tombe a cibarsi del loro sudario, delle loro labbra o altre parti del corpo sino a riuscire a liberarsi dal sepolcro e andare a cibarsi di altri corpi, completando la trasformazione.

    Un possibile vampiro veniva identificato quando nella sepoltura il cadavere risultava intatto e il sudario masticato e consumato all'altezza della bocca.
    Altri tratti caratteristici erano la pelle tesa e liscia, la barba e le unghie lunghe e la presenza del ventre gonfio di sangue liquido, che fuoriusciva quando il "non-morto" veniva trafitto con una spada o il classico paletto, indizio dei suoi attacchi mortali.
    Il metodo per eliminare il Nachzehrer consisteva nel disseppellire il cadavere, togliere il sudario che stava masticando e sostituirlo con una manciata di terra, con una pietra, un mattone o delle monete.

    Matteo Borrini spiega come può nascere una leggenda simile: «Le testimonianze dell'epoca sono frutto di una scorretta interpretazione dei dati tanatologici. Le conoscenze sulle modificazioni cadaveriche erano infatti limitate a un breve periodo successivo al decesso, che comporta il raffreddamento del corpo e la rigidità muscolare, lasciando tutto sommato intatte le fattezze del deceduto. Gli stadi successivi erano invece occultati dalla sepoltura, che veniva generalmente riaperta dopo anni, consentendo un secondo contatto con il cadavere solo quando era divenuto scheletro. Ciò fece identificare il morto o in un corpo rigido e freddo o in un mucchio di ossa sbiancate. Quello che le cronache descrivono come non decomposto è in realtà una fase della decomposizione compatibile con lo stadio enfisematoso: durante questo periodo, che dura tre-quattro mesi, l'addome del cadavere si tende sotto la pressione dei gas putrefattivi e, se forato, lascia fuoriuscire liquami facilmente confondibili con "il pasto del vampiro". Sempre a questo stadio, per effetto dell'epidermolisi la cute di mani e piedi si "scolla", esponendo gli strati sottostanti e dando l'impressione che siano cresciute nuova pelle e nuove unghie. Anche l'idea che il nachzehrer stesse masticando il proprio sudario nasce da reali constatazioni, interpretate però senza le necessarie conoscenze medico-legali: i gas che fuoriescono dal cadavere possono infatti inumidire il tessuto, che sprofonda così nella bocca e qui deteriorarsi e bucarsi per l'azione dei liquidi corporei.»

    Probabilmente durante i periodi di pestilenza era usuale riaprire le sepolture per deporvi altri cadaveri, anche a distanza di breve tempo.
    Quando ci si imbatteva in cadaveri non del tutto decomposti o addirittura integri, il terrore del contagio poteva far nascere figure mitiche come i vampiri.
    https://encrypted-tbn2.google.com/images?q...yskWfSsgnAVittw
    vamp_457410

    Edited by gianinadan - 20/5/2012, 11:43
     
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6 replies since 19/5/2012, 23:52   248 views
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